martedì 5 luglio 2011

Poesie della fame e della sete


Il rullo dello stomaco
gira a vuoto la tua assenza.
C’è un piatto nel lavello da lavare
la poca pasta del giorno prima
il sugo è una crosta buona
sul fondo del tegame.

Se prendi fiato ora
puoi sentirmi entrare
come una folata grossa
un tuorlo d’aria
che dal cielo si stacca
e a raccoglierlo
silenzioso è un fiore.







Il ciuffo che siamo
d’erba agli angoli
inerpicata
il vento indietro inviato
dai passi.

Venisse ora
la torsione di un braccio
un tocco, un riparo,
l’impugnatura
sicura d’una mano.










Alla Compagnia

Io non so
e a malapena vedo
tu mi stai a cerotto sul palmo
della mano screpolata dal vento.

Se vai giù, ancor più a fondo,
vedi che avevo sbucciati
pure i gomiti e le ginocchia.

Si cade, io so,
perché qualcuno ci prenda
ci porti a spalla e ci infili
nel sole la testa
che affetti la luna
ma senza ferirla
dolcemente, ridendo.












a R.




Non mi bastano le spighe
svettanti d’agosto
neppure il miele
colato dagli occhi
di un bimbo, mi salva.

Posso solo affidarmi al niente
al tutto di un volto
che piange il mio nome.





(da Quattro giovin/astri, Kolibris, Bologna 2010)








Francesco Iannone (1985) è nato a Salerno, dove vive. Laureato in Scienze dei beni culturali, è nella redazione di Unisound: la web radio dell’Università di Salerno DABAZ (da Bellavista a Zivago), dedicato alla poesia. Ha vinto la sezione “Giovani” dell’ottava edizione del premio poesia “Sant’Anastasia”.Suoi testi sono inclusi nell’antologia Al di là del labirinto, a cura di Antonio Spagnuolo, L’arca felice e in Quattro giovin/astri, Kolibris, Bologna 2010 a cura di Chiara De Luca. Ha pubblicato la raccolta poetica Poesie della fame e della sete, Ladolfi Editore, 2011.