domenica 20 febbraio 2011
Riflessione del pavone
pensavo che per distogliere la frenesia dei maschilismi e dei femminismi di corte basterebbe concentrarsi su nuove forme. tutto questo fino ad elencare una casistica di gesti minimi in cui se si riesce si elimina lo spettro di se stessi ossia il doppio che ci guarda mentre guardiamo, perché mi sembra evidente che ognuno di noi è nato nella ripresa della macchina da presa. ebbene che sia questo un circo della vanità ridotto a ritornello o a spirale che si assottiglia , come l'occhio del pavone, mi sembra cosa nota e che ognuno boccheggi per cercare l'aria, la via d'uscita dalle rappresentazioni kitsch della sfera umana è cosa ancora più nota. e allora. sembra un tantino ipocrita che ci siano questuanti di destra o di sinistra a voler tirare per la bocca la nostra ultima risorsa. che Paese di capre e di caproni! Già basta il nostro doppio, l'idea che si abbarbica alla carne , per darci sufficiente controllo. E' lei che vuole essere eterna, mica la carne che imputrindisce. lei mi chiede di restare, oltre l'esaurirsi della mia funzione: pisciare, mangiare, fare all'amore...lei che permette il controllo della sfera intima che si fa esibizione di diva e diva moderna. bah:...poco cambia e che morire interessa a nessuno, l'aion che predomina e dispone la nostra misera prigione. per me se avessi tempo a sufficienza farei cose da poco: ossia mi inietterei una siringa d'insulina, l'ho sempre vista come fase di ritorno alla vita. e tu ? o, mia colombella, che fai ti specchi nelle parole che lascio qui nella bacheca?
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