lunedì 25 novembre 2013

Finzioni

Facciamo finta che tu sia davvero un ragazzino seduto a tavola con i tuoi genitori che si amano e che si conoscono da una vita, facciamo finta che tu non abbia fatto altro durante la tua infanzia che notare la pasta che tua madre mette nel piatto, che tu abbia imparato a misurare il livello della sua felicità da come ha scolato l'acqua, il sugo denso o annacquato fa una bella differenza, facciamo finta che tu non abbia capito che quello era il suo modo per odiare una certa morale macista, che lei voleva dirti: "Oggi, mio caro, sono poco meno che felice". Facciamo finta che ora questo ti sia chiaro e che tu non sia più quel ragazzino, che sei a tavola con la donna che ami da una vita, e noti che lei sta facendo finta di essere tua madre, che indossa la sua tristezza per dirti che non è poi così felice, tu fa finta di capire che la vendetta è un piatto che va servito freddo e che tuo padre queste cose non poteva saperle, facciamo finta che tutto questo adesso sia chiaro a te, a lei, che ti ama da un vita e che non è felice, a tua madre che non è mai stata così infelice da quando tuo padre non c'è più, ecco, facciamo finta che tutto questo sia vero e che tu adesso sia un uomo solo che misura e prende nota della felicità delle donne che ha amato, osservando il piatto che gli sta davanti mezzo vuoto, facciamo finta che tu abbia capito che le donne che hai amato siano tutt'una nel dire che i tuoi desideri sono solo proiezioni o fantasmi del padre muto che osserva la pasta galleggiare in un dito d'acqua e che, nonostante le lacrime della tua donna e di tua madre, non dice niente, resta ad osservare il pranzo che fa pena. Facciamo finta che una di queste ipotesi raggiunga la sua dimostrazione e che per una volta tu e tuo padre riusciate a parlarvi e che le donne se ne stiano in disparte come accade nelle vecchie case quando si rassetta il pavimento dalle briciole del pranzo e che tuo padre una volta buona ti dica: "Figlio mio, tua madre è infelice, figlio mio, non è detto che gli uomini e le donne possano vivere insieme, figlio mio, se esiste una equazione che possa dimostrarci, che possa renderci veri, tu dimostrala, anche se dovesse essere una preghiera, tu prega". Facciamo finta che io sia un uomo seduto solo a provare un'Ave Maria, facciamo finta che non riesco, perché io non prego, facciamo finta che inizio a scrivere l'equazione che spieghi la relatività d'ogni rapporto e che io risulti come variante indimostrabile dell'amore, facciamo finta che tutto questo sia vero e che il mio segno si approssimi allo zero. Facciamo finta che il risultato che conta sia la finzione. (Vincenzo Frungillo)

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