lunedì 4 maggio 2009

Memorie di un rappresentante di cultura italiana


Lavoro all'estero, faccio lo stesso lavoro del figlio di Provenzano, sono un vero esemplare d'italiano.Il picciotto quando il padre fu catturato, -nella baita in collina dove la giornalista La Rosa fece "servizio speciale" in prima serata- disse io non rinnego i valori di mio padre.Sono lo stesso che osserva il lutto nazionale per la morte di mario merola, il cantante popolare; tipo alighiero noschese mi trucco per bene per apparire al console con un ritardo mentale e ci riesco, balbettando le ragioni dei minori e dei diversi, cerco miseria ad ogni costo come il bene supremo,ahi me, trovo risposte ciniche e severe come il diritto alla pensione, la pancia bella grossa e pacche sul sedere, e poi mi piscio addosso come un qualsiasi ubriacone se il superiore mi concede le feste a fine mese, urlo di gioia se il Milan vince la finale “Galliani Galliani bandiera nazionale!”
e allora basta fare i nomi di quelli grossi che tanto si sputtanano da soli per vincere milioni sul mercato dei mediocri, facciamo i nomi piccoli, quelli dei tanti che cercano la moglie e l'amante; cerchiamo di capire se il mondo che seguono esiste davvero o è una luce di supernova, la stella morta dei cinquanta e dei sessanta quando famiglia-stato-chiesa erano i cieli fissi dell’alighieri, e noschese imperversava con una maschera italiana, ad ogni canale come megera, sibilla cumana rideva nascondendo dietro la schiena una rivoltella. Un suicidio è un impegno che si prende con se stesso e con il proprio tempo…. se il nostro Paese capisse almeno questo.
(foto a sinistra Alighiero Noschese nella parte de Il Padrino)