Prologo
Dal caldo delle
tue mani alle mie
un fiore azzurro
d’erba sotto il sole
ad accadere per
altre generazioni.
1
Hai percorso il tempo
in auto e sei venuta
a dare il senso del
latte al figlio
diciottenne,
amato e non voluto e
2
nella chiostra prealbare
nel felice movimento
dello specchio
la tua icona ad entrarmi
per gioco negli occhi e
3
il treno blu che ti ha
trasportato l’anima
di vetro nel fondersi
della notte con la
visione dei pini piantati
nel primo ‘900 e
4
qui si respira aria tersa
incanto di sorgente
dai tuoi fianchi di
ragazza
nel tendere alla via
serale e
5
una scala per salire alle
cose
del cielo è rimasta nel
tempo incantesimo tra
i nostri genitori e i
nostri
figli e
6
sei giunta per altre
navigazioni
oltre lo squillo del
telefono e la lettera
alla
portineria arrivata
o il nuovo libro,
per accedere al luogo
dove eravamo stati
col bambino quando
aveva cinque anni e
7
ora è la stagione delle
spighe e il figlio ha
18 anni, la forza
trasparente dell’aria
nell’accadere di ore
al mio polso sottile
a stringere la giovinezza
a respirare, la brezza
di un luglio dove tutto
è fermo anche del sole
la lamina, il dischetto
che vedi alle diciannove
dall’incanto del Parco
Virgiliano e
8
poi la forza nelle gambe
che vengono da me
se sei l’icona a scendere
nel cuore fino a isole
altre.
Raffaele Piazza