giovedì 22 dicembre 2011

Poesia e Teoria



Il greco "theorίa"  significa "riflessione"  ma anche "solenne ambasciata", "spettacolo". E forse non ci può essere grande poeta che non abbia intuizioni teoriche su altri grandi poeti, che non li rappresenti sul palcoscenico di una potenza concettuale. D’altronde è patetica la mitologia del poeta che – privo di questa potenza – sa tuttavia "raccontare" o "sognare", come se il sogno fosse il paese dove si annebbia la spina intelligente. Accade che devi versi svenino il proprio pensiero fino al punto di non riconoscerlo. Ma questo serrante pensiero deve esserci stato: proprio allora i versi entreranno nella ragione che esso non conosce! Se quei versi dubiteranno, se avranno il cruccio di non aver pensato abbastanza… quanta ignobile poesie di idee è nata da questo cruccio.. quanti inginocchiamenti ai filosofi… o quanti accantucciamenti nella poesia d’impressioni. Nessuna sottomissione della teoria alla poesia, se sono sorelle greche. E nessun confronto, perché queste due estranee si devono essere amate.

Da “Poesia e destino”, Milo De Angelis, Cappelli editore, 1982.

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