domenica 30 dicembre 2012

La fuga e la morte


«
 Essere uno con il tutto, questo è il vivere degli dei; questo è il cielo per l'uomo [...] Essere uno con tutto ciò che vive! Con queste parole la virtù depone la sua austera corazza, lo spirito umano lo scettro e tutti i pensieri si disperdono innanzi all'immagine del mondo eternamente uno [...] e la ferrea fatalità rinuncia al suo potere e la morte scompare dalla società delle creature e l'indissolubilità e l'eterna giovinezza rendono felice e bello il mondo [...] un dio è l'uomo quando sogna, un mendicante quando riflette [...] »
(Friedrich Hölderlin, Iperione)


"(...) la filosofia non potrà produrre nessuna immediata modificazione dello stato attuale del mondo. E questo non vale soltanto per la filosofia, ma anche per tutto ciò che è mera intrapresa umana. Ormai solo un dio ci può salvare. Ci resta come unica possibilità, quella di preparare nel pensare e nel poetare, una disponibilità all'apparizione del Dio o all'assenza del Dio nel tramonto (al fatto che, al cospetto del Dio assente, noi tramontiamo)". Martin Heidegger - Ormai solo un dio ci può salvare

"Tutto è nulla al mondo, anche la mia disperazione, della quale ogni uomo anche savio, ma più tranquillo, e io stesso certamente in un'ora più quieta conoscerò la vanità e l'irragionevolezza e l'immaginario. Misero me, è vano, è un nulla anche questo mio dolore, che in un certo tempo passerà e si annullerà, lasciandomi in vòto universale e in un'indolenza terribile che mi farà capace anche di dolermi". Giacomo Leopardi - Pensieri


"Si continua oggi a parlare del "pensiero poetante" di Hölderlin e di Heidegger. Anche Hölderlin, come Leopardi, dialoga in grande con i Greci; ma anche lui guarda al passato, spera che gli Dèi fuggiti abbiano a tornare. Leopardi, mezzo secolo prima di Nietzsche, sa che gli Dèi non sono dei fuggitivi ma dei morti. Il contenuto del suo pensiero poetante è essenzialmente diverso e l'intreccio di poesia e filosofia apre l'ultima possibilità dell'uomo, alla fine dell'età della tecnica". Emanuele Severino - Il nulla e la poesia

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